venerdì 23 novembre 2012

SEADAS O SEBADAS


Origini antichissime per questo dolce tradizionale sardo.
Pasta, formaggio fresco, rigorosamente pecorino, strutto, e poi miele: la sebada viene fritta in abbondante olio d’oliva, poi viene servita ancora calda, ricoperta di uno strato di miele (alcuni ci mettono zucchero, ma non c'è dubbio che la ricetta originale prevedesse il miele) Il formaggio contenuto all’interno può essere di vario tipo, ma la ricetta base richiede il pecorino sardo fresco con quattro o cinque giorni di stagionatura.
La sebada (dalla variante nuorese) è un prodotto a base di formaggio, per cui la sua origine è tipicamente pastorale. Proviene infatti dalla Barbagia (centro-Sardegna) e dal Logudoro (Sardegna nord-occidentale), due zone tradizionalmente legate alla pastorizia

Le sebadas sono oggi considerate un dolce, ma un tempo erano una pietanza, più esattamente un secondo piatto e venivano preparate in occasione della Pasqua o del Natale, periodo in cui anche i pastori facevano rientro a casa dagli ovili e preparavano il formaggio pecorino fresco che veniva utilizzato appena raggiunto il giusto grado di acidità, dopo circa due giorni. Si dice che il piatto sia nato da un gesto di amore delle mogli dei pastori per accoglierli con un dolce pensiero dopo il lungo e difficile periodo della transumanza. Il nome , secondo alcuni, deriva da “seu” che in dialetto sardo indica la brillantezza, secondo altri deriva dallo spagnolo e significa “ separato”, e ci potrebbe stare, visto che le seadas sono due dischi di pasta ripieni di ricotta.

Ingredienti: - farina di semola di grano duro - un uovo - un cucchiaio di strutto - formaggio pecorino fresco
- buccia di arancia o limone grattugiata - miele di castagno o corbezzolo sardo

Preparare la sfoglia con la semola e l'uovo e lasciarla quindi riposare.
Nel frattempo grattugiare il formaggio ed impastarlo poi con la scorza grattugiata di arancia o di limone
A questo punto riprendere la pasta e cominciare a tirarla, così da ottenere una sfoglia sottile: ritagliarla dunque in tanti dischi, usando l'apposita rotella o semplicemente la forma di una tazza.
Distribuire su un disco una buona quantità dell'impasto precedentemente preparato e sovrapporre un altro disco di pasta, saldandone bene i bordi. Per facilitare quest'operazione, si consiglia di inumidire leggermente gli orli da congiungere con albume d'uovo.
Procedere al riempimento e la chiusura di tutti i dischi: le seadas sono pronte.
Friggerle quindi in abbondante olio d'oliva, ben caldo, per circa un minuto e cospargerle di miele.



Seadas di Ozieri con uvetta e prezzemolo. Il procedimento è uguale a quello della ricetta tradizionale, con la differenza che l’impasto del ripieno è formato, oltre che dal formaggio grattugiato e dalle uova, dall’uva sultanina precedentemente ammorbidita, da zucchero e da prezzemolo tritato.
Una volta preparate le seadas, viene consigliato di friggerle in olio d’oliva in cui si siano aggiunte alcune cucchiaiate di strutto.
Ben calde, si cospargono di miele.

Curiosità. Ogni anno viene indetto da Laore, agenzia per l’attuazione dei programmi regionali in campo agricolo e per lo sviluppo rurale appartenente alla Regione Sardegna, un ambìto premio per la migliore sebada artigianale.


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