martedì 4 dicembre 2012

Dolci dei Monasteri Palermitani

 A Palermo, ogni monastero aveva la sua specialità.
I Cannoli più rinomati venivano preparati al monastero delle suore di Santa Maria di Oliveto, detto Badia Nuova. Oltre ai cannoli, per Carnevale si confezionavano le " Teste di Turco" al cioccolato e, nel periodo pasquale, le famosissime Cassatelle e i "Pupi cu l'Ova", un impasto decorato con confettini colorati in cui si inseriva, tradizionalmente, un uovo sodo.


Il monastero di Santa Elisabetta era noto per le Ravezzate, dolci fritti ripieni di ricotta. Per Natale si confezionavano, invece, i tipici Nucatoli, dolci a base di noci.
Dietro alla Cattedrale, in piazza Settangeli esisteva, fino al 1860, l'omonimo monastero, rinomato per i "Pantofoli", un impasto di farina, zucchero e mandorle aromatizzato con miele, succo d'arancia e cannella.


Per la ricorrenza dei defunti si confezionavano "l'Ossa di Mortu", biscotti ovviamente a forma di ossa e scheletri.

Nel periodo pasquale era uso mangiare la Cassata, la più celebre e prelibata era quella delle monache di Valverde.
Il miglior "Pan di Spagna"? Quello delle suore domenicane al Convento del Monte di Pietà, in via Alloro!

Dolci curiosi erano le "Feddi di Cancillieri" (dolcetti di pasta mandorla ripieno di crema e marmellata di albicocche), dove per "feddi" erano intese le natiche. Un nome che di potrebbe tradurre in " Culo del Cancelliere", dove in realtà il povero cancelliere di cui si gustavano le natiche era il buon benefattore Matteo Ajello, cancelliere di Guglielmo II, che nel XII sec. fondò il monastero delle monache benedettine, un tempo situato dietro il Palazzo Belmonte Riso ( oggi distrutto dai bombardamenti dell' ultima guerra).
Che in un monastero si producessero dolci tanto licenziosi non deve far pensar male: la tradizione vuole che questi dolci derivino da antiche usanze pagane che riproducevano il sesso femminile, probabilmente un' offerta votiva alla dea della fertilità.
Così pure legati ad antichi rituali pagani erano le "Minne di Vergini", notissimo dolce a forma di mammella, con l'aggiunta di una maliziosa ciliegina candita a fare da capezzolo. Questo pasticcino squisito era la specialità delle suore del monastero di S.Maria delle Vergini, che si divertivano a scherzare sul nome della badia.

Famosissima la pasta reale, o pasta di mandorle, delle suore del convento di Martorana, con cui si preparavano i famosi frutti, regalati ai bambini al 2 novembre, oppure le pecorelle pasquali.
Frumento ammollato e lessato, unito ad una crema di ricotta e canditi, era la celebre "Cuccia", dolce tradizionale del giorno di Santa Lucia, il 13 dicembre, e a farlo erano le suore del Conservatorio di S. Lucia.


Nella badia della Concezione si confezionavano invece i " Moscardini", biscotti a forma di dito, aromatizzati con cannella, che si consumavano per i festeggiamenti di Santa Rosalia.


Le suore del monastero delle Stimmate producevano invece le "Sfince", specie di tortelli fritti nell'olio, semplici o anche con farcitura di crema di uova e panna.



Da Panormus.it






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