martedì 21 maggio 2013

TORTA ASSABESE

Piemonte


La parola assabese fece la sua comparsa, presumibilmente, nel 1884 all'Esposizione Internazionale di Torino.
Fu infatti all' Esposizione di Torino che furono invitati un gruppo di Dancali (tre uomini, una donna e due bambini), detti anche assabesi perché provenienti dalla baia di Assab. Essi furono i primi africani a partecipare ( o a venire esibiti, a seconda dei punti di vista) ad una Esposizione italiana. Vissero in un villaggio costruito in stile africano nel parco del Valentino ed ebbero un successo di pubblico travolgente, tanto che il nome assabese divenne presto popolare sinonimo di “moretto” o africano.
La scelta di mostrare un gruppo di Dancali fu dettata dall'esigenza di dare risalto all'acquisizione della colonia italiana di Assab, acquisita appena due anni prima dal governo De Pretis, per tentare di attirarvi iniziative commerciali e illustrarne le caratteristiche e potenzialità


A dire il vero, già dalla seconda metà dell'ottocento era fiorita in Europa e nel Nord America la consuetudine di allestire le famose Esposizioni Universali, al fine di favorire il commercio, gli scambi e le relazioni internazionali. Accanto ai padiglioni nazionali, gestiti dai Paesi partecipanti, fiorivano i padiglioni a tema. Fra questi il tema “etnico - antropologico”, vale a dire l'esposizione di animali esotici e di esseri umani di varie etnie, provenienti da lontane parti del mondo ( in prevalenza africani) che venivano posti in recinti in cui era riprodotto un allestimento scenografico il più possibile fedele all'ambiente in cui essi vivevano, con la ricostruzione fedele di villaggi di capanne e gruppi indigeni ( a volte famiglie intere) che vi abitavano per tutta la durata dell' Esposizione, messi in mostra come fenomeni da baraccone alla folla dei curiosi che si assiepavano dietro le transenne.
E' molto triste notare il carattere razzista di queste rappresentazioni, in cui il diverso veniva offerto alla curiosità del pubblico, per divertire, per meravigliare, a volte per schernire, magari con il pretesto dell'indagine scientifica, della “classificazione”, comunque sempre con lo scopo di trarne profitto.
Comunque sia, terminata l'Esposizione di Torino rimase in tutta Italia la grande eco per questa etnia, tanto che si inventarono mazurche, rappresentazioni teatrali e dolci con questo nome. Nei primi mesi del 1885 fecero la loro comparsa in Piemonte i biscotti “assabesi”, a base di burro e cioccolato, e sempre in quel periodo nacquero le famose caramelline di liquerizia “asabesi” che ancora oggi conosciamo. 

 
Assabese venne chiamata anche la notissima torta al cioccolato prodotta dalla rinomata pasticceria torinese Pfatish, oggi uno dei locali Storici d'Italia, che venne aperta a Torino nel 1915 dal maestro pasticcere di origine alsaziana Gustavo Pfatisch, nato nel 1887 a Fossano. La pasticceria era all'epoca famosa soprattutto per il suo cioccolato superlativo, ed appunto a base di cioccolato fondente è la torta Assabese, la cui ricetta è segretissima ancora oggi.
Non ho trovato nessuna documentazione sulla torta Assabese Pfatisch, per cui pubblico la ricetta della torta Assabese della pasticceria Tagliafico di Genova (altra pasticceria storica, fondata nel 1890).

 
La ricetta è presa dal sito www.operaincerta.it 
http://www.operaincerta.it/archivio/052/articoli/panza_corp.htm

Ingredienti per la pasta frolla:
500 gr.di farina 00
400 gr.di burro
240 gr.di zucchero a velo
100 gr.di cacao amaro in polvere
2 tuorlo
2 cucchiai d’acqua fredda
Ingredienti per il pan di spagna al cioccolato:
3 uova,
80 gr.di zucchero
30 gr.di farina00
30 gr.di fecola
30 gr.di cacao in polvere
1 pizzico di sale
1/2cucchiaino di lievito
1cucchiaino di miele
1/2 bustina di vanillina
Ingredienti per la crema Ganache:
350 gr. di cioccolato fondente
350 gr di panna fresca
30 gr burro
Altri ingredienti:
60 gr.di pistacchio tritato,
un disco di pasta di mandorla (20cm ca.)
50 gr.di cioccolato fondente
100 gr.Codine di topo
Rhum q.b.

 
Perpreparate i due dischi di pasta frolla da 28 cm ciascuno circa. Preparate la pasta frolla e quindi formate due palle di pasta, avvolgetele nella pellicola e mettetela a riposare per due ore in frigo.
Distendete in due teglie imburrate la pasta coperta con carta da forno da riempire con fagioli, e fate cuocere per venti minuti in forno ventilato a 180°. Tirate le due ‘crostate’ via dal forno e lasciatele raffreddare.
Preparate il Pan di Spagna al cioccolato: montate con l’ausilio di uno sbattitore le uova con lo zucchero, il miele e un pizzico di sale. Aggiungete la vanillina, la miscela di farina, fecola, lievito e continuate a sbattere. Versate l’impasto in una teglia imburrata (diametro cm 28). Fate cuocere per 40 min. a 180°.  
Preparate la crema Ganache al cioccolato: mettere sul fuoco in una casseruola la panna liquida e il burro: fate scaldare a fiammamolto bassa e, un momento prima che raggiunga l'ebollizione togliere dal fuoco. Versate ora nella casseruola il cioccolato gratuggiato e mescolate energicamente. Mettere adesso la casseruola a bagnomaria e, con l'aiuto della frusta sbattete bene il composto finchè risulti liscio e omogeneo
Disponete su una tortiera il primo disco di frolla, bagnatelo con rhum e ricopritelo con un terzo di crema ganache. Disponete il disco di Pan di Spagna e bagnate anche questo con il rhum, ricoprite con la crema. Ripetete l’operazione anche con il secondo disco di frolla al cioccolato. Ricoprite tutta la torta con la crema restante, cospargetela con il pistacchio e le codine di topo, poggiate al centro il disco di pasta di mandorla.




Per saperne di più sulla vicenda trattata nel post:
http://www2.units.it/humdiv/Diversita.pdf
http://www.museodellaliquirizia.it/news/1/gli-assabesi-e-l-avventura-coloniale-italiana

E per finire, sempre sul tema delle esibizioni di diversi del secolo scorso, una storia molto amara, la storia della Donna Scimmia, che vi consiglio di leggere.
http://www.corriere.it/esteri/13_febbraio_13/julia-pastrana-sepolta-in-messico-donna-scimmia_4584e8a8-7609-11e2-a850-942bec559402.shtml






 

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